Storia dell’ husky
Partendo da originari esemplari di cani siberiani, il Siberian Husky è stato successivamente selezionato negli Stati Uniti d’America per arrivare a ottenere la razza che attualmente lo caratterizza.
La storia dell’husky ebbe inizio presso un’antica tribù eschimese che viveva nella Siberia Orientale, i Ciukci, che erano soliti impiegare l’animale per trascinare le slitte sulla neve, in condizioni estreme sia ambientali che climatiche.
Inizialmente utilizzati soltanto come cani da caccia, grazie alla loro robustezza e velocità di spostamento, gli husky divennero ben presto animali da traino affidabili e resistenti.
Comportandosi come dei veri e propri allevatori i Ciukci diedero inizio a un’accurata selezione di esemplari, ottenuta accoppiando tra loro soltanto quelli migliori e più adatti al traino.
Pur essendo un popolo primitivo e selvaggio, i Ciukci nutrivano un profondo rispetto per questi cani in quanto erano ben consapevoli di dipendere da loro per numerose funzioni indispensabili alla sopravvivenza.
Dal punto di vista morfologico gli husky si presentavano come cani di medie dimensioni, ben proporzionati e particolarmente agili oltre che molto resistent e, con un folto mantello di media lunghezza.
Caratterialmente questi esemplari venivano selezionati eliminando i soggetti troppo mordaci, aggressivi e irritabili, per ottenere cani equilibrati, pazienti e dotati di notevole resistenza psicologica.
Agli inizi del ‘900, presso Nome un piccolo centro dell’estremo Nord dove si disputava la tradizionale corsa “All Alaska Sweepstakes“, i cani da slitta che tradizionalmente partecipavano alla competizione si trovarono di fronte alcuni esemplari di Siberian Husky importati attraverso lo Stretto di Bering.
Anche se non vinsero la gara, i Siberian mostrarono per la prima volta pubblicamente le loro eccellenti prestazioni fisiche e caratteriali, attirando l’attenzione di alcuni allevatori scozzesi che si procurarono 60 esemplari, che furono poi i capostitpiti della razza.
Quando nel 1925, sempre in Alaska, scoppiò una tremenda epidemia di difterite, per curare i tanti ammalati che non potevano essere raggiunti da nessun mezzo a causa delle proibitive condizioni atmosferiche, furono impiegate le slitte trainate dagli Husky che riuscirono a far arrivare il siero anti-difterico in tempo utile.
Dalla Siberia alcuni esemplari furono trasferiti in Alaska, dove trovavano impiego per trainare slitte cariche di pellicce.
Da allora lo sviluppo di questa razza si spostò in America, ad opera dell’ormai storico allevatore Leonhard Seppala che, con il suo famosissimo Balto a cui è dedicata una statua in Central Park a New York, diede origine a una linea di sangue molto pura.
Risale al 1930 il riconoscimento ufficiale della razza da parte del Kennel Club americano, che due anni dopo ne pubblicò il primo standard ufficiale
Dato che il loro habitat era costituito da paesaggi inospitali, ricoperti di neve per la maggior parte dell’anno, gli husky venivano considerati cani da “riscaldamento” in quanto erano in grado di offrire calore durante la notte dormendo affiancati ad adulti e bambini.
Nonostante alcune dicerie, nell’evoluzione della razza non è mai stato inserito sangue di lupo, a conferma del fatto che il carattere di questi animali è sempre stato coraggioso e docile, soprattutto tenendo conto della loro vita sociale.
Nel 1970, in seguito ad alcuni incroci non bilanciati, la razza corse il rischio di estinguersi, ma fortunosamente i pochi esemplari rimasti furono in grado di dare una discendenza sufficiente per garantirne la sopravvivenza.
Fu soltanto per la costanza e l’interessamento di alcuni biologi americani che la storia dell’husky non ebbe termine, ma proseguì dando origine agli esemplari attualmente visibili.
Definito a ragione “un cane da slitta che ama gli uomini”, il Siberian Husky è un animale estremamente intelligente, nevrile, attento e affettuoso a patto di potersi rapportare con un proprietario indiscusso capobranco.
Uno dei tratti caratteriali più tipici di questo animali è rappresentato dalla tendenza alla socialità, probabile retaggio della sua vita comunitaria durante il traino delle slitte.